20.8.09

06.07.09 RENATO ASTOLFI




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"PERCHE' L'HOMO SAPIENS E' DIVENTATO HOMO SCRIBENS?"

"IL MESTIERE PIU' ANTICO DEL MONDO NON E' LA MIGNOTTA MA IL DESIGNER!"

PITTOGRAMMA    IDEOGRAMMA
ALFABETI
STRUTTURA DEL CARATTERE 
CAPOLETTERA      CAPOVERSO
FREGIO
PUNZONI


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BASKERVILLE

John Baskerville – born 28. 1. 1706 in Wolverley, Worcestershire, England, died 8. 1. 1775 in Birmingham, Warwickshire, England – type designer, writing master, printer.

1725: moves to Birmingham. 1733–37: writing master in Birmingham. 1750: sets up his own type foundry and printing works. 1757: his first printed book is published, an edition of Virgil. 1758: publishes an edition of John Milton’s "Paradise Lost". 1758: appointed printer to the University of Cambridge. Here he produces several editions of the "Book of Common Prayer" and in 1763 a New Testament in a Greek type he designs. 1770–73: produces a four-volume edition of Ariosto’s "Orlando Furioso". 1953: Baskerville’s original letter stamps and matrices are donated to Cambridge University Press.

Publication: Ralph Straus and Robert K. Dent "John Baskerville", Cambridge 1907.

GARAMOND

 (Parigi1499 – Parigi1561) è stato un tipografo francese, conosciuto anche con il nome italianizzato di Claudio Garamontio..


Si tratta forse del più famoso incisore di caratteri mobili francese. Creò il grec du Roi (greco del re), cioè il carattere greco con cui erano pubblicate le edizioni dei classici dedicati al re di Francia. Creò inoltre il "romano" una serie di caratteri latini che porta il suo nome (Garamond) e che sarà abbondantemente copiato durante la storia.


DIDOT

Didot is a name given to a group of typefaces named after the famous French printing and type producing family. The classification is known as modern, or Didone. The typeface we know today was based on a collection of related types developed in the period 1784-1811. Firmin Didot (1764–1836) cut the letters, and cast them as type. His brother Pierre Didot (1760–1853 ) used the types in printing. His edition of La Henriade by Voltaire in 1818 is considered his masterwork. The typeface takes inspiration from John Baskerville's experimentation with increasing stroke contrast and a more condensed armature. The Didot family's development of a high contrast typeface with an increased stress is contemporary to similar faces developed by Giambattista Bodoni in Italy. Didot is described as neoclassical, and is evocative of the Age of Enlightenment.


BODONI

Bodoni è un tipo di carattere con grazie disegnato da Giovanni Battista Bodoni, caratterizzato da un alto contrasto tra le linee spesse e quelle sottili. È il classico esempio di font con grazie moderno.

Le grazie del Bodoni, oltre ad essere molto sottili, sono anche quasi perpendicolari al tratto principale, in contrasto con le grazie che si curvano dolcemente dei cosiddetti tipi "oldstyle" o rinascimentali. Inoltre, l'enfasi è sui tratti verticali, dando al font un aspetto pulito ed elegante, anche se un po' freddo.

Lo stile originale del Bodoni è periodicamente ripreso da altre fonti. Durante l'epoca della composizione a piombo, ogni casa produttrice di font aveva la propria versione (adattata) del Bodoni. Anche oggi il Bodoni non è un font definito, ma una famiglia di versioni leggermente differenti l'una dall'altra, ciascuna con le proprie particolarità.

Alcune di queste versione, come il Bauer Bodoni, mettono in evidenza il contrasto estremo fra le linee sottili e quelle principali, che può essere reso oggi assai più pronunciato grazie alle tecniche digitali (un risultato impossibile anche per i migliori cesellatori del diciottesimo secolo). Tuttavia, quando il font viene usato per il testo principale, e dunque a dimensioni piccole, le sottilissime grazie di questa variante diventano quasi invisibili, riducendo così la leggibilità.

Altre versioni, come l'ATF Bodoni disegnato da Morris Fuller Benton, catturano il gusto essenziale del Bodoni, dando maggiore importanza alla leggibilità piuttosto che portare all'estremo le possibilità tecniche.

Tutte le versioni moderne del Bodoni soffrono di un problema di leggibilità detto dazzle (abbagliamento), dovuto alla continua alternanza di linee spesse e sottili nella riga.

La maggior parte dei sistemi di disegno dei font genera le varie dimensioni di un carattere da un singolo disegno, usando proporzioni matematicamente precisa, mentre i tipografi che lavoravano con i tipi metallici invariabilmente correggevano leggermente il disegno del carattere per le varie dimensioni, ad esempio espandendoli in larghezza alle dimensioni più piccole. I tipi di carattere della famiglia Bodoni tendono ad accentuare questa differenza. Molti font digitali sono basati sulle dimensioni più grandi, e questo rende le linee più sottili ancora più sottili. Alcune tipografie digitali stanno riscoprendo le vecchie tradizioni della "scalatura ottica", e si può sperare che in futuro i font saranno progettati per soddisfare l'occhio più dei principi matematici.

Il Bodoni è stato usato da varie multinazionali come parte del loro brand o per definire la loro corporate identity, per esempio dalla IBM.

TIMES ROMANS

Times New Roman is a serif typeface commissioned by the British newspaper, The Times, in 1931, designed by Rj Gladysiewicz and Victor Lardent at the English branch of Monotype.[1] It was commissioned after Stanley Morison had written an article criticizing The Times for being badly printed and typographically behind the times.[2] The font was supervised by Morison and drawn by Victor Lardent, an artist from the advertising department of The Times. Morison used an older font named Plantin as the basis for his design, but made revisions for legibility and economy of space. As the old type used by the newspaper had been called Times Old Roman, Morison's revision became Times New Roman and made its debut in the 3 October 1932 issue of The Timesnewspaper.[3] After one year, the design was released for commercial sale. The Times stayed with Times New Roman for 40 years, but new production techniques and the format change from broadsheet to tabloid in 2004 have caused the newspaper to switch font five times since 1972. However, all the new fonts have been variants of the original New Roman font.

FUTURA

Prodotto a partire dal 1927, il Futura è un font progettato da Paul Renner.

Nasce dal redesign che Paul Renner effettua a partire da un carattere disegnato da un suo allievo della Graphische Berufschule di Francoforte.

È un carattere di tipo lineare ("a bastone") che deriva da caratteristiche proprie della progettazione del Bauhaus, quali equilibrio compositivo e costruttivismo.

Una delle caratteristiche particolari è la grandezza leggermente maggiore delle tonde rispetto alle aste (l'altezza complessiva della "o", ad esempio, è leggermente superiore a quella della "i"): questo per far si che a livello ottico il carattere risulti compatto.

Viene presentato da Renner stesso alla quinta Triennale di Milano del 1933.


HELVETICA

Eduard Hoffmann, direttore della Haas, incaricò Miedinger, un ex impiegato e progettista freelance, di disegnare un set di caratteri sans serif da aggiungere alla loro linea. Il risultato fu dapprima denominato Neue Haas Grotesk, ma il nome fu successivamente cambiato in Helvetica (derivato da Helvetia, il nome latino per la Svizzera), quando le società tedesche Stempel e la Linotype introdussero sul mercato la serie completa di caratteri nel 1961.

Introdotto nel bel mezzo di un'onda rivoluzionaria nel campo del lettering, la popolarità del carattere svizzero fece presto breccia nelle agenzie di pubblicità che vendettero questo nuovo stile di disegno ai loro clienti; l'Helvetica così comparve rapidamente nei marchi corporativi, nel signage per i sistemi di trasporto, nelle stampe d'arte ed in altri innumerevoli campi della comunicazione.

L'inclusione, nel 1984, nei font di sistema Macintosh confermò la sua diffusione anche nella grafica digitale.creato nel 1957 da un'idea di Max Miedinger per la fonderia svizzera Haas.

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