8.10.09

02.10.09 FABIO COMI

Il marketing del vino:  tra tradizione e innovazione  
Il marketing è un processo. Si tratta di una modalità di pensare e di agire che pone il cliente, e non più il prodotto al centro della riflessione.
Non si tratta di trovare un cliente che comprerà il vino, ma di definire un vino che sarà conforme ai desideri e alle motivazioni di un determinato cliente. 
Vendere il vino, equivale a vendere piacere e sogno, un territorio, una storia, un savoir-faire. 
Prima di vendere un vitigno, una tecnica di vinificazione o una bottiglia, vendere il vino è soprattutto vendere una regione, una storia e degli uomini Il cliente prescrittore . 
Tutte le persone che presentano e consigliano i prodotti ai potenziali clienti dell’azienda
Giornalisti   Chef   Sommelier  Enotecaro 
Il cliente prescrittore







In un mercato in cui l’offerta è vastissima ed articolata, il concetto di prescrivere diviene un capitale  agli occhi del cliente.



I non consumatori 
io non amo il vino


Gli occasionali , edonistici, coinvolti 
 “sono un appassionato di vino, ho una discreta cantina a casa mia
Gli incondizionati quotidiani 
un pasto non è tale senza il vino
Bisogna costruire una strategia attorno al prodotto e all’azienda costruendo una offerta che sia coerente rispetto al target prescelto.
Associare un vino ad una categoria di clienti con un messaggio chiaro per una rapida identificazione.


Il vino -  La bottiglia - L’etichetta -  La capsula e il tappo - L’imballaggio -  La marca - La storia - I servizi 
 Le caratteristiche intrinseche del vino
Colore - Aroma  - Gusto
La bottiglia
Forma -  Fondo -  Peso - Colore -  Qualità del vetro - Incisione - Formato
Marketing mix . il prezzIl prezzo tondo      Il prezzo aggressivo       Il prezzo rassicuranteLa comunicazione:

L’azienda


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Case Histoty : i vini dei feudi di San Gregorio


http://www.feudi.it/eng/intro.aspx 


Feudi di San Gregorio nasce nel 1986 con l’obiettivo di:  riscrivere la storia vitivinicola del Sud Italia, di salvaguardare la tradizione ricercandone al contempo tutte le potenzialità ancora inespresse.
Valorizzare il sud del vino, la Campania e i suoi vitigni, il Fiano, il Greco, la Falanghina, l’Aglianico, ed oggi il Primitivo e la Verdeca in Puglia e poi l’Aglianico del Vulture. 
Investire nei grandi vini del meridione restituendo un futuro ad un importante patrimonio ambientale.
Azienda leader del Sud Italia
Un mix equilibrato di programmazione aziendale e amore per la propria terra, di passione per il vino e desiderio di affermazione hanno permesso, insieme al forte entusiasmo e ad una comunicazione innovativa, di creare un marchio simbolo del rinascimento enologico del meridione d’Italia.
Oggi la Feudi di San Gregorio, con un fatturato di oltre 23 milioni di euro, rappresenta la trentaseiesima* azienda italiana del vino.
*(Classifica de “IL MONDO” Aprile 2007)
I marchi
FEUDI DI SAN GREGORIO Vitigni autoctoni irpini
VIGNE DI MEZZO Vitigni autoctoni lucani
OGNISSOLE Vitigni autoctoni di Puglia


L’espansione fuori dai confini regionali
Basilicata: Nel corso del 2006 è stata rilevata a Barile, in provincia di Potenza, la Locanda del Palazzo, nata come cantina nel 1920 ed oggi ristorante stellato. I terreni di proprietà ammontano a circa 20 ettari di cui poco meno di 9 vitati. Nel 2006 sono state vendute circa 40 mila bottiglie di Aglianico del Vulture con il brand “Vigne di Mezzo”.
Puglia: Nel 2000 viene creato il brand Ognissole. Oggi può vantare circa 50 ettari di cui 37 vitati. Nel 2006 sono state vendute 83.000 bottiglie di primitivo di Manduria e 15.000 di Verdeca. Nel 2007 è in programma di allestire una cantina a Fraganano.
I punti di forza di Feudi di San Gregorio
Feudi di San Gregorio dispone oggi di consolidati punti di forza su cui fare leva, inter alia:
 forza del marchio: noto, riconosciuto e ben identificato;
 qualità della gamma dei prodotti-base;  forza della rete vendita;
 importanza degli investimenti effettuati per sviluppare l’infrastruttura aziendale;
 ampiezza e qualità della proprietà terriera, elemento distintivo rispetto ai competitor;
 personale aziendale, giovane e competente.
Ettari vitati:170
CapaEttari vitati:170cità produttiva: 45.000 q di uva (a pieno regime)
Lavorazione giornaliera: max 2.500 q di uva per garantire la massima qualità lavorativa.
Dipendenti fissi: 49
Gamma di prodotti: 30 referenze di cui: 11 vini rossi, 12 vini bianchi, 2 vini rosati, 2 distillati, 3 spumanti.
Fatturato tendenziale 2007: oltre 23 milioni di Euro
Struttura commerciale Italia: 1 direttore commerciale, 3 capi Area, 75 agenti plurimandatari
Canali di vendita: Horeca e GDO
Quota export: 24% in 46 paesi
Principali paesi di esportazione:
 USA (38%),
Germania / Svizzera / Austria (19%);
Paesi Scandinavi (12%)
Giappone (9%).

Ettari di proprietà: 300



B    BIBLIO


E    Emanuele Rouzet / Gérard Seguin, Il marketing del vino, Edagricole, 2004.
 W. Chan Kim/ Renée Mauborgne, Strategia oceano blu, ETAS, 2005.
       www.vinoseleccion.com http://www.the-winelounge.com/
       Case History  YELLOW TAIL 


          http://www.yellowtailwine.com/ 

s      La storia della Casella wines. 
history 

I fondatori della Casella Wines, Filippo e  Maria Casella, emigrarono in Australia nel  1957 e iniziarono la loro carriera nel  mondo dell'enologia a Yenda, nella  regione di Riverina in New South Wales,  nel 1969.


Casella wines è: 
il principale esportatore di vino australiano  per singola referenza  la più grande azienda vinicola australiana  a conduzione famigliare  il più veloce impianto di imbottigliamento al  mondo , il più grande impianto di pressatura delle  uve nell'emisfero australe 


La famiglia Casella crede che [yellow tail]  rappresenti tutto quello che un grande vino  deve essere: accessibile, fresco, saporito  e con una sua propria personalità. 
Quando il vino si fa bevanda  non ha bisogno di abbinamenti, di momenti o di temperature
Si beve facilmente anche in situazioni difficilissime 
Si trova facilmente nella GDO




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