8.10.09

09.10.09 ROBERTO SIMONETTI

http://www.scuderiequirinale.it/Mediacenter/FE/media/video-roma-la-pittura-di-un-impero.html 





La "Roma. La Pittura di un Impero" vuole presentare al pubblico un quadro complessivo del livello artistico raggiunto dalla pittura romana in un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C., dalla formazione dell'Impero con le conquiste dei regni greco-ellenistici d'Oriente, dominati dai successori di Alessandro Magno, fino al suo tramonto. Sono esibiti in mostra affreschi, a volte intere pareti per offrire un'idea dei sistemi compositivi, dipinti a tempera e ad encausto (cera fusa), su tavola, su lino o su vetro.

La perdita della grande pittura greca nel suo complesso non deve essere d'impedimento per conoscere ed apprezzare quanto di meglio è stato prodotto in età romana; è anzi l'occasione per esaminare più compiutamente le opere pittoriche superstiti cercando di riflettere sulle continuità formali. Era la pittura la forma artistica prediletta dai greci, ancora più della scultura: eppure, di essa si è preservato pochissimo. Del tutto perdute sono le opere della grande pittura dei maestri greci (Polignoto, Parrasio, Zeusi, Apelle), di un livello così alto da essere apprezzate anche a Roma e pagate autentiche fortune. Anche dei più famosi pittori romani si sono salvate solo labili tracce. Di pochi di essi conosciamo i nomi: Studius (o Ludius) esperto nella pittura di paesaggi, e Fabullus (o Famulus), autore della decorazione pittorica della 
Domus Aurea di Nerone.

Malgrado ciò, la ricca documentazione romana superstite, per lo più a carattere decorativo, ma non priva di altissimi picchi, ci permette di avere un quadro abbastanza preciso sull'evoluzione dell'arte pittorica dalla Grecia a Roma. Colori in tutte le loro sfumature, ombre e luci, rapporto tra figura umana e paesaggio, tecniche pittoriche che passano da una resa grafica e precisa di tutti i dettagli ad una tecnica più veloce, a "macchia"  (detta anche "compendiaria"), capace di raggiungere con poche e rapide pennellate un effetto quasi "impressionistico" : sono i risultati finali - i soli meglio conosciuti grazie alle scoperte di Pompei, di Ercolano, di Stabia, di Roma stessa, e dell'Egitto con i magnifici ritratti detti del Fayyum - di una cultura artistica che si evolve nel tempo senza soluzione di continuità, e senza perdere il contatto con i grandi maestri del passato.

Gli sfondi delle pareti delle lussuose case romane erano spesso monocromatici, con una predilezione per il bianco, il giallo, l'azzurro, il nero ed il rosso. Il mondo antico era un mondo a colori. Colori brillanti e accesi, che risplendevano sulle pareti delle case, sulle facciate delle tombe, all'interno dei templi e degli edifici pubblici, persino sulle statue in marmo o bronzo. Il mondo in calcare e marmi bianchi e lucenti che noi immaginiamo pensando all'antichità non è mai esistito realmente.
Prevale nella decorazione delle case romane la rappresentazione di un mondo di sogno. E' come se ogni romano, a seconda delle sue ricchezze, tentasse di riprodurre entro le sue residenze il lusso dei palazzi dei principi d'Oriente, o meglio, delle dimore degli dei. Paesaggi fantastici, costruiti utilizzando "schemi tipo", cioè temi di repertorio mutuati dalla tradizione greca e inseriti di volta in volta entro nuovi contesti con un felice senso per originali contaminazioni; nature morte che riproducono le vivande preferite durante i banchetti dell'aristocrazia; scene mitologiche tra le quali prevalgono figure aeree e prive di peso, librate nell'aria e realizzate quasi nella stessa serena essenza dell'aria: è questo ambiente fantastico e irreale che finisce con il creare uno stile autenticamente "romano", in quanto romane sono la committenza e l'ideologia di fondo.

Le opere esposte, provenienti da musei e collezioni italiani ed europei, sono state suddivise in sezioni in base a criteri tematici e cronologici.
Al primo piano, è prevalente un'ottica che privilegia i contesti decorativi: si vedranno così intere grandi pareti, con le loro decorazioni scandite da colonne, pilastri, cariatidi. I singoli "quadri" tematici sono qui visibili nel più ampio campo delle pareti entro le quali erano inserite. Per la prima volta, sarà possibile ammirare, fianco a fianco, le decorazioni di due grandi ville databili alla prima età imperiale: la Villa della Farnesina a Roma e la Villa di Boscotrecase, presso Pompei, per la cui decorazione, non ingiustamente, è stato avanzato il nome di Studius (o Ludius), il grande pittore di paesaggi fantastici noto attraverso il trattato di storia naturale di Plinio il Vecchio.
Al secondo piano, prevale invece una ottica strettamente tematica, in cui i soggetti sono del tutto estrapolati dai loro sistemi decorativi. Sarà possibile esaminare con maggiore precisione scene mitologiche, paesaggi, nature morte, scene di vita quotidiana, senza che l'occhio sia condizionato dal sistema parietale entro cui in origine tali frammenti erano inseriti. Chiude l'esposizione la sezione interamente dedicata al repertorio ritrattistico: sarà qui possibile ammirare l'altissimo livello raggiunto in pittura dal ritratto romano, e in alcuni casi, forse, ancora più che in scultura: dai magnifici esemplari pompeiani, ai malinconici ed espressivi volti su legno o lino del Fayyum, fino ai superbi ritratti dorati su vetro di età tardo antica, tra i più alti raggiungimenti dell'arte di età romana.

Circa 100 opere di eccezionale eleganza e raffinatezza organizzate in cinque diverse sezioni, per ricostruire, dunque, la complessità di una scuola figurativa da cui deriva lo sviluppo dei generi pittorici moderni a partire da Raffaello, solo per citare un esempio. Tutti prestiti provenienti dai più importanti siti archeologici e musei del mondo, tra cui il Louvre di Parigi, il British Museum di Londra, i musei archeologici di Monaco, Francoforte, Zurigo ma anche il Museo Archeologico di Napoli, gli Scavi di Pompei, il Museo Nazionale Romano, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini di Roma, musei famosi e molto frequentati in cui a volte, però, le singole opere possono perdersi. Il valore della mostra è infatti anche nel 'rivelare' pezzi magnifici e famosi, mettendoli  sotto una luce di interpretazione del tutto nuova e allestite in una scenografia ideata dal grande regista Luca Ronconi che torna, ancora una volta, a curare l'allestimento di una grande mostra.



No comments:

Post a Comment